Oggi affronteremo l’argomento legato a Roma e alla fine del periodo della Repubblica. Approfondiremo il passaggio di Roma da repubblica a impero, passando da personaggi illustri come Giulio Cesare, Ottaviano, Marco Antonio e persino Cleopatra. Siete pronti per questo approfondimento storico sull’antica Roma? buona lettura!
Indice dei contenuti
Giulio Cesare e la fine della Repubblica
Il passaggio dalla repubblica all’impero
La figura di Giulio Cesare è una della più importanti figure storiche di tutti i tempi. Giulio Cesare era un grande generale dell’esercito romano e anche un politico molto importante, tanto che con la morte di Silla nel 78 a.C. il governo di Roma fu affidato a tre persone: i due consoli Gneo Pompeo e Licinio Crasso e al generale Giulio Cesare. Questa forma di governo dove il potere era diviso tra tre persone è detto triumvirato “governo dei tre“. La figura di Giulio Cesare è molto particolare, una leggenda narra che la sua discendenza derivasse addirittura dalla Dea Venere e dall’eroe troiano Enea. Apparteneva ad una famiglia patrizia non particolarmente agiata e aveva grandi capacità oratorie tanto da incantare le folle e guidare l’esercito con le sue parole anche nelle battaglie più difficili. Nel 59 a.C Giulio Cesare divenne console e si fece dare il comando dell’esercito per andare a conquistare la Gallia. Egli infatti aveva capito che conquistando la Gallia avrebbe dato a Roma grandi ricchezze e avrebbe anche aumentato la sua fama. Questa impresa era molto ardua, ma l’esercito di Cesare vinse varie battaglie e conquistò definitivamente la Gallia nel 52 a.C. La Gallia divenne quindi effettivamente una provincia romana. Nel mentre a Roma, dopo la morte di Crasso, c’era una forte tensione per la conquista del potere e Pompeo, preoccupato per la fama che aveva acquisito Cesare e per paura che prendesse tutto il potere, gli ordinò di abbandonare l’esercito e rientrare nella capitale. Cesare non volendo sottostare al comando di Pompeo, non abbandonò il suo esercito, ma addirittura entrò a Roma e marciò con l’esercito sfidando Pompeo. Nacque così una guerra civile, che vide vittorioso Giulio Cesare nel 46 a.C.
Giulio Cesare si fece nominare dittatore a vita. Inizià così la dittatura di Cesare. Al contrario di Silla, Cesare fu un dittatore molto amato dal popolo. Egli infatti aveva capito un principio fondamentale: se il popolo era contento anche tutto il regno sarebbe stato più sicuro. Realizzò così molte riforme che da anni il popolo chiedeva:
- Distribuì le terre da coltivare alle famiglie più bisognose e ai militari in pensione, togliendole ai ricchi patrizi
- Diminuì gli affitti delle case
- Realizzò importanti opere pubbliche in modo da dare lavoro ai tanti disoccupati
Queste riforme aiutarono molto il popolo e Cesare diventava sempre più amato e potente, ma nello stesso tempo all’interno del senato creò molti nemici e invidiosi, tanto che alcuni senatori si unirono e fecero una congiura contro di lui. Questa congiura è passata alla storia perchè Cesare fu ucciso il 15 marzo del 44 a.C. nell’aula del Senato con 23 pugnalate dai suoi senatori nemici. Quando il popolo venne a sapere dell’uccisione di Cesare si ribellò e i senatori che compirono questo ignobile atto furono costretti a scappare da Roma. Con la morte di Cesare, Roma ricadde nel caos.
L’inizio dell’era imperiale
Dopo la morte di Cesare, il suo successore, da lui stesso indicato, sarebbe dovuto essere Ottaviano, il suo figlio adottivo. Ovviamente il passaggio al potere di Ottaviano fu contrastato da Marco Antonio che in quel periodo era un importante comandante dell’esercito romano. Le due figure si scontrarono subito per la conquista del potere. Ottaviano era appoggiato dal Senato e dall’esercito, mentre Marco Antonio, aveva stretto un’importante alleanza con Cleopatra, al tempo regina D’Egitto. Lo scontro tra i due avvenne nel 31 a.C. ad Azio, una città in Grecia. Lo scontro avvenne in mare, dove la flotta di Ottaviano ebbe la meglio su quella di Marco Antonio che fu costretto a ritirarsi in Egitto insieme a Cleopatra. Una volta rientrato a Roma Ottaviano ottenne tutte le cariche principali della Repubblica. Divenne Proconsole, quindi capo di tutte le province romane, Tribuno della plebe e Pontefice massimo, quindi anche capo religioso. Questo avvenne nel 27 a.C. e questa data rappresenta il definitivo passaggio di Roma da Repubblica a Impero.
Il regno di Ottaviano
Ottaviano quindi fu il primo Imperatore romano. Il titolo di imperatore precedentemente veniva dato solo ai generali dell’esercito che tornavano vittoriosi dopo una guerra. Ottaviano si fece nominare anche “Augusto” che significa “degno di essere venerato”, introducendo una novità nel potere: l’imperatore infatti doveva essere venerato come un Dio. Il regno di Ottaviano fu un regno che riportò pace a Roma dopo anni di guerre civili. Come Cesare capì che bisognava dare importanza la popolo se si voleva un regno prospero e pacifico e quindi concesse molto alla plebe, ma nello stesso tempo ebbe cura di aggraziarsi le potenti famiglie patrizie, facendolo entrare nel propio governo. Così facendo rese contente entrambe le parti. Ottaviano fece diverse riforme, le più importanti furono:
- Nella politica: scelse i migliori senatori e funzionari e a ciascuno diede il comando delle 25 province romane in cui era diviso l’impero
- Nell’esercito: creò corpi speciali con compiti precisi. Introdusse una nuova carica che erano i pretoriani, che avevano il compito di garantire l’ordine a Roma e di proteggere la sua figura.
- Nell’economia: modernizzò Roma, creando, grazie alle ricchezze provenienti dai territori conquistati, grandi opere pubbliche. Così facendo Roma divenne sempre più moderna e per i plebei c’erano molte possibilità di lavoro.
Ottaviano restò al potere fino alla sua morte nel 14 d.C. e il potere fu tramandato a suo figlio Tiberio. La carica di imperatore infatti, all’inizio, veniva tramandata da padre in figlio. Più avanti invece si stabilì che l’imperatore prima di morire doveva indicare personalmente il suo erede al trono. Il passaggio di Roma all’impero fu determinante per creare un periodo di pace e prosperità. Nel I secolo d.C. infatti l’Impero Romano raggiunse la sua massima espansione e ebbe il suo periodo di massima prosperità. Questo perchè la province romane erano ben governate, i romani permisero alle popolazioni sottomesse di mantenere le proprie tradizioni e quindi c’era una convivenza pacifica tra i popoli. Inoltre con le opere pubbliche e soprattutto con la costruzione di strade che collegavano Roma con le province, si intensificarono i commerci che portarono ricchezza. L’introduzione della moneta fu un’ altra novità che favorì lo sviluppo dei commerci e la ricchezza. Nell’epoca imperiale Roma diventò Caput Mundi, cioè il centro del mondo, sia per l’estensione che l’impero romano aveva raggiunto, sia perchè Roma era la città da cui partivano tutte le attività politiche, economiche e culturali del mondo allora conosciuto.
Conclusioni
Siamo arrivati alla fine di questo riassunto sull’età imperiale di Roma. Roma nell’età imperiale divenne la città più importante del mondo ed ebbe un periodo di grande espansione e grande ricchezza. Speriamo che questo riassunto sia stato utile per approfondire questa particolare periodo storico.
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