Ciao bambini! Oggi ci addentreremo in un mondo affascinante e un po’ scuotente: la ricerca dei terremoti!

I terremoti sono eventi speciali che fanno tremare la terra. Si verificano quando la terra sotto i nostri piedi si muove improvvisamente. Ecco perché è così importante capire come funzionano.

Gli scienziati, chiamati sismologi, sono come detective della terra. Loro usano strumenti speciali chiamati sismografi per ascoltare i “rumori” della terra. Quando la terra si scuote, questi strumenti registrano tutto e ci aiutano a capire come è avvenuto il terremoto e quanto è stato forte.

La ricerca dei terremoti è molto importante perché ci aiuta a capire come proteggerci quando succede un terremoto. Gli edifici e le case possono essere costruiti in modo sicuro per resistere alle scosse, e possiamo imparare come comportarci durante un terremoto per stare al sicuro.

Quindi, cari piccoli esploratori, la ricerca dei terremoti è una scienza molto interessante che ci aiuta a comprendere meglio il nostro pianeta e a stare al sicuro. E chi sa, magari tra di voi c’è un futuro sismologo che farà scoperte incredibili per tenerci al riparo dalle scosse della terra!

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Terremoti: ricerca per la scuola

I terremoti sono uno dei fenomeni naturali più distruttivi al mondo e si verificano quando le forze tettoniche sotto la superficie terrestre causano un movimento improvviso della crosta terrestre. Questo movimento causa onde sismiche che si propagano attraverso la Terra e possono causare danni alle strutture e persino perdite di vite umane.

L’entità di un terremoto viene misurata sulla scala Richter, che va da 0 a 10. Un terremoto di magnitudo 5, ad esempio, è 10 volte più potente di uno di magnitudo 4. I terremoti di magnitudo superiore a 7 sono considerati “grandi” e possono causare danni significativi alle infrastrutture e alla vita umana.

I terremoti si verificano in tutto il mondo, ma sono particolarmente comuni lungo le faglie sismiche, che sono aree in cui le placche tettoniche si incontrano. Alcuni dei paesi più vulnerabili ai terremoti includono il Giappone, l’Indonesia, la Cina, gli Stati Uniti e l’Italia.

Per mitigare i danni causati dai terremoti, molte nazioni hanno sviluppato tecniche di costruzione antisismiche e procedure di evacuazione. Inoltre, i sensori sismici sono utilizzati per rilevare i terremoti in tempo reale, permettendo alle persone di prepararsi o evacuare rapidamente.

Nonostante gli sforzi per mitigare i danni causati dai terremoti, questi eventi naturali rimangono una minaccia significativa per molte comunità in tutto il mondo. La ricerca continua nel campo della sismologia e dell’ingegneria civile può aiutare a trovare modi migliori per proteggere le persone e le proprietà dai terremoti.

Come si misurano i terremoti?

I terremoti vengono misurati utilizzando la scala di magnitudo sismica di Richter, che è stata sviluppata dal sismologo americano Charles Richter negli anni ’30. La scala di Richter è basata sull’energia sismica liberata durante un terremoto ed è espressa in numeri interi, ad esempio 4.5 o 7.0.

Per misurare la magnitudo di un terremoto, i sismologi utilizzano un sismometro, un dispositivo che registra le vibrazioni del terreno. Il sismometro converte queste vibrazioni in segnali elettrici, che vengono registrati su un grafico chiamato sismogramma. Il sismogramma mostra l’ampiezza e la durata delle onde sismiche registrate dal sismometro.

Per calcolare la magnitudo di un terremoto, i sismologi utilizzano una formula che tiene conto dell’ampiezza massima delle onde sismiche registrate dal sismometro. La magnitudo di un terremoto viene quindi calcolata utilizzando una scala logaritmica, il che significa che un terremoto di magnitudo 5 è 10 volte più potente di uno di magnitudo 4.

È importante notare che la scala di magnitudo di Richter non è in grado di fornire informazioni sulla forza distruttiva di un terremoto, che dipende anche da fattori come la profondità dell’epicentro, la geologia del terreno e la densità della popolazione. Per fornire informazioni più complete sulla forza distruttiva di un terremoto, i sismologi utilizzano spesso altre scale di valutazione, come la scala Mercalli modificata o la scala di intensità sismica europea.

Le zone sismiche nel mondo

Ci sono molte zone sismiche attive in tutto il mondo, ma alcune di esse sono particolarmente vulnerabili ai terremoti. Ecco alcune delle principali zone sismiche del mondo:

Il “Cinturone di fuoco del Pacifico” – Questa è un’area circolare che circonda l’Oceano Pacifico e che si estende dal Sud America, attraverso l’America del Nord e l’Asia, fino alla Nuova Zelanda. Il Cinturone di fuoco del Pacifico è una delle zone sismiche più attive al mondo e ospita circa il 90% dei terremoti del mondo.

La zona di subduzione delle Ande – Questa è un’area che si estende lungo la costa occidentale del Sud America e che ospita molte faglie sismiche. In questa zona si sono verificati alcuni dei terremoti più distruttivi della storia, tra cui il terremoto di Valdivia del 1960, che è stato il più forte mai registrato sulla scala Richter.

La zona di subduzione delle isole Aleutine – Questa è un’area che si trova nell’Oceano Pacifico, a sud-ovest dell’Alaska, e ospita molte faglie sismiche. La zona ha registrato numerosi terremoti di magnitudo superiore a 7,5 negli ultimi decenni.

Il Mediterraneo – Questa è un’area che si estende dal Marocco alla Turchia e ospita molte faglie sismiche. In questa zona si sono verificati alcuni dei terremoti più distruttivi della storia, tra cui il terremoto di Lisbona del 1755 e il terremoto dell’Irpinia del 1980.

Il Giappone – Il Giappone è uno dei paesi più sismici del mondo, in parte a causa della sua posizione lungo il Cinturone di fuoco del Pacifico. La nazione ha registrato numerosi terremoti di grande magnitudo nel corso della sua storia, tra cui il terremoto di Tohoku del 2011, che è stato uno dei terremoti più forti mai registrati e ha causato un devastante tsunami.

Queste sono solo alcune delle principali zone sismiche del mondo, ma ci sono molte altre zone vulnerabili ai terremoti in tutto il mondo.

Terremoti in Italia

L’Italia è un paese sismico a causa della sua posizione geografica. Infatti, il territorio italiano è attraversato da numerose faglie sismiche, che sono responsabili della maggior parte dei terremoti che si verificano nel paese. Ecco alcuni dei terremoti più distruttivi che si sono verificati in Italia:

Il terremoto dell’Irpinia del 1980 – Questo terremoto, che si è verificato il 23 novembre 1980, ha avuto una magnitudo di 6.9 sulla scala Richter ed è stato uno dei terremoti più distruttivi nella storia dell’Italia. Il terremoto ha causato la morte di oltre 2.700 persone e ha provocato danni materiali stimati in oltre 10 miliardi di dollari.

Il terremoto dell’Aquila del 2009 – Questo terremoto, che si è verificato il 6 aprile 2009, ha avuto una magnitudo di 6.3 sulla scala Richter. Il terremoto ha causato la morte di 308 persone e ha provocato danni materiali stimati in oltre 16 miliardi di dollari.

Il terremoto del Belice del 1968 – Questo terremoto, che si è verificato il 14 gennaio 1968, ha avuto una magnitudo di 5.5 sulla scala Richter ed è stato uno dei terremoti più distruttivi nella storia dell’Italia. Il terremoto ha causato la morte di oltre 200 persone e ha provocato danni materiali stimati in oltre 50 miliardi di dollari.

Il terremoto di Messina del 1908 – Questo terremoto, che si è verificato il 28 dicembre 1908, ha avuto una magnitudo di 7.2 sulla scala Richter ed è stato uno dei terremoti più distruttivi nella storia dell’Italia. Il terremoto ha causato la morte di oltre 80.000 persone e ha provocato danni materiali stimati in oltre 1 miliardo di dollari.

Questi sono solo alcuni dei terremoti più distruttivi che si sono verificati in Italia. Il paese ha una lunga storia di terremoti, e le autorità italiane continuano a lavorare per migliorare la prevenzione e la gestione dei terremoti.

Differenza tra epicentro e ipocentro

L’epicentro e l’ipocentro sono due termini utilizzati per descrivere la posizione di un terremoto.

L’epicentro è il punto sulla superficie terrestre direttamente sopra l’ipocentro, che è il punto all’interno della terra in cui il terremoto ha avuto origine. In altre parole, l’epicentro è il punto sulla superficie terrestre che si trova più vicino all’ipocentro.

L’ipocentro, anche noto come focale, è il punto all’interno della terra in cui il terremoto ha avuto origine. L’ipocentro si trova a una profondità variabile, in base alla posizione e alla natura della faglia sismica che ha generato il terremoto.

In sintesi, l’epicentro è il punto sulla superficie terrestre che si trova più vicino all’ipocentro, mentre l’ipocentro è il punto all’interno della terra in cui il terremoto ha avuto origine. La conoscenza dell’epicentro e dell’ipocentro di un terremoto è essenziale per comprendere la sua intensità e la sua potenziale pericolosità.

Come prevedere un terremoto?

Al momento non esiste un modo affidabile e preciso per prevedere un terremoto. Non è possibile prevedere con esattezza quando e dove si verificherà un terremoto, né la sua intensità.

Tuttavia, ci sono alcuni metodi che possono essere utilizzati per valutare il rischio sismico in una determinata area e per monitorare l’attività sismica.

Uno dei principali metodi di monitoraggio sismico consiste nell’utilizzare una rete di sensori sismici, che possono rilevare i movimenti del terreno e trasmettere i dati a una centrale di monitoraggio. Questi dati possono essere utilizzati per generare mappe di rischio sismico, che indicano le aree con maggiore probabilità di subire un terremoto.

Inoltre, la ricerca scientifica continua a studiare i fenomeni sismici per sviluppare nuovi modelli e strumenti di analisi che possano aiutare a comprendere meglio i terremoti e a prevederli in modo più accurato.

Tuttavia, è importante sottolineare che nonostante gli sforzi della scienza, la prevenzione e la preparazione rimangono gli strumenti più efficaci per proteggere la popolazione e ridurre i danni in caso di terremoto.

Terremoto più devastante al mondo

Il terremoto più devastante mai registrato nella storia moderna è stato il terremoto di magnitude 9,1 che ha colpito il Giappone il 11 marzo 2011, noto anche come Grande Terremoto del Tohoku.

Il terremoto ha causato uno tsunami che ha colpito la costa orientale del Giappone, causando la morte di circa 16.000 persone e il ferimento di altre 6.000. Inoltre, il terremoto ha causato il crollo di edifici e infrastrutture, il disboscamento di intere colline, la contaminazione radioattiva in seguito all’incidente alla centrale nucleare di Fukushima e danni economici per miliardi di dollari.

Il terremoto del Tohoku è stato uno dei terremoti più potenti mai registrati e ha avuto conseguenze a lungo termine sulla vita delle persone e sull’economia del Giappone.

Quale fu il terremoto più forte in Italia?

Il terremoto più forte mai registrato in Italia è stato il terremoto del 23 novembre 1980, che colpì la regione dell’Irpinia, in Campania. Il terremoto, di magnitudo 6,9 sulla scala Richter, causò la morte di circa 2.735 persone, il ferimento di altre 11.000 e la distruzione di numerose città e villaggi dell’Irpinia e del Salernitano.

Il terremoto dell’Irpinia del 1980 è stato uno dei terremoti più distruttivi nella storia d’Italia, causando ingenti danni economici e sociali alla regione colpita. Dopo il terremoto, molte persone furono costrette a lasciare le loro case e le loro terre e a cercare rifugio altrove. Inoltre, il terremoto ha portato all’introduzione di nuove norme di costruzione antisismiche e alla creazione di un sistema di prevenzione e di protezione civile più efficiente.

Cause del terremoto

Il terremoto è causato dal rilascio improvviso di energia accumulata all’interno della crosta terrestre, che si traduce in un movimento improvviso delle rocce lungo una faglia, una zona di frattura nella crosta terrestre.

Le cause del terremoto possono essere diverse, ma in generale sono dovute a una combinazione di fattori geologici, come la presenza di faglie attive o di zone di subduzione, e di fattori dinamici, come le forze di tensione e di compressione che agiscono sulla crosta terrestre.

In particolare, i terremoti che avvengono lungo le faglie attive sono generalmente causati dalla forza di compressione che si accumula lungo la faglia a causa della collisione tra le placche tettoniche. Quando questa forza supera la resistenza delle rocce lungo la faglia, queste si rompono improvvisamente, causando un terremoto.

Invece, i terremoti che avvengono nelle zone di subduzione sono generalmente causati dalla forza di tensione che si accumula lungo la zona di subduzione, dove una placca litosferica si piega e si infila sotto un’altra placca. Quando la tensione supera la resistenza delle rocce, queste si rompono improvvisamente, causando un terremoto.

Altre cause dei terremoti possono essere legate all’attività vulcanica, alle esplosioni nucleari, all’attività umana, come l’estrazione di gas e petrolio e la costruzione di grandi dighe e alluvioni artificiali. Tuttavia, questi eventi rappresentano solo una piccola percentuale dei terremoti che si verificano sulla Terra.

Cosa sono le onde sismiche

Le onde sismiche sono onde elastiche che si propagano attraverso la crosta terrestre e il mantello in seguito al rilascio di energia di un terremoto o di altre fonti di energia sismica, come l’attività vulcanica o l’esplosione di una bomba.

Esistono due tipi principali di onde sismiche: le onde di compressione o onde P (Primarie) e le onde di taglio o onde S (Secondarie). Le onde P si muovono attraverso il materiale sismico comprimendolo e dilatandolo lungo la direzione di propagazione, mentre le onde S si muovono attraverso il materiale sismico causando movimenti di taglio o di deformazione trasversale rispetto alla direzione di propagazione.

Inoltre, esiste un terzo tipo di onde sismiche, chiamate onde di superficie, che si propagano lungo la superficie della Terra e sono responsabili della maggior parte dei danni causati dai terremoti. Le onde di superficie si dividono ulteriormente in due tipi: onde di Love, che causano il movimento orizzontale del terreno, e onde di Rayleigh, che causano il movimento verticale e orizzontale del terreno.

Le onde sismiche sono di fondamentale importanza per la comprensione dei terremoti, poiché permettono agli scienziati di studiare la struttura interna della Terra e di prevedere l’arrivo delle onde sismiche in seguito a un terremoto. Inoltre, le onde sismiche sono utilizzate anche in geofisica, in esplorazioni petrolifere e in altre applicazioni scientifiche.

I movimenti delle placche e i tre tipi di margini

I movimenti delle placche sono causati dalla forza delle correnti di convezione del mantello terrestre che trascinano le placche litosferiche, che si muovono a velocità variabili, anche di alcuni centimetri all’anno. Questi movimenti possono portare alla formazione di tre tipi di margini tra le placche: margini divergenti, convergenti e trasformi.

I margini divergenti, anche noti come zone di rift, si verificano dove due placche si allontanano l’una dall’altra. Lungo questi margini, si verifica la formazione di nuova crosta oceanica, grazie all’eruzione di magma dal mantello che si solidifica sulla superficie e si espande creando una nuova crosta. Un esempio di margine divergente è la dorsale medio-oceanica, dove le placche oceaniche si allontanano l’una dall’altra e si formano nuovi fondali oceanici.

I margini convergenti, noti anche come zone di subduzione, si verificano dove due placche si muovono l’una verso l’altra e una placca viene subdotta, o spinta sotto l’altra. Questo tipo di margine può dare origine a terremoti e vulcani. Un esempio di margine convergente è la zona di subduzione delle Ande, dove la placca sudamericana si sta subducendo sotto la placca di Nazca, generando vulcani e terremoti.

Infine, i margini trasformi, noti anche come faglie trasformi, si verificano dove due placche si muovono in modo orizzontale l’una rispetto all’altra. Questo tipo di margine può dare origine a forti terremoti, poiché le placche si muovono a contatto tra loro. Un esempio di margine trasforme è la Faglia di Sant’Andrea in California.

In generale, i movimenti delle placche litosferiche sono la causa principale dell’attività sismica e vulcanica sulla Terra e sono quindi di fondamentale importanza per la comprensione della geologia e della dinamica del nostro pianeta.

Cosa causa un terremoto?

Un terremoto è causato dal rilascio di energia sismica accumulata in seguito allo spostamento delle placche tettoniche della crosta terrestre. Quando le placche si muovono, si accumula energia elastica nei materiali rocciosi circostanti, che viene poi rilasciata in forma di onde sismiche quando avviene una frattura lungo la faglia.

In particolare, i terremoti si verificano quando due blocchi di roccia lungo una faglia si muovono improvvisamente uno rispetto all’altro, generando onde sismiche che si propagano attraverso la Terra. Il punto sulla superficie della Terra in cui avviene la frattura è chiamato epicentro del terremoto, mentre il punto sulla faglia in cui si verifica il movimento improvviso dei blocchi di roccia è chiamato ipocentro.

Ci sono anche altri eventi naturali che possono causare terremoti, come l’attività vulcanica, lo scioglimento dei ghiacciai, le esplosioni di bombe sotterranee o le fratture rocciose causate dallo sfruttamento minerario. Tuttavia, la maggior parte dei terremoti è causata dai movimenti delle placche tettoniche.

La comprensione delle cause dei terremoti è di fondamentale importanza per la prevenzione e la mitigazione dei rischi sismici, poiché consente agli scienziati di studiare le faglie attive e di prevedere la probabilità di terremoti futuri.

Come si chiama la scienza che studia i terremoti?

La scienza che studia i terremoti è chiamata sismologia. La sismologia è una disciplina scientifica che si occupa dello studio delle onde sismiche generate dai terremoti, delle proprietà fisiche e della struttura interna della Terra che causano i terremoti e della loro distribuzione spaziale e temporale. La sismologia è una disciplina multidisciplinare che coinvolge anche altre aree scientifiche come la geologia, la fisica, la matematica e l’ingegneria.

Strumenti per rilevare i terremoti

Gli strumenti per rilevare i terremoti sono chiamati sismometri o sensori sismici. Questi strumenti misurano le onde sismiche generate dai terremoti e ne registrano l’ampiezza, la durata e la frequenza.

I sismometri sono costituiti da un sistema di massa-molla-smorzatore, che permette di rilevare le vibrazioni prodotte dalle onde sismiche. La massa è collegata ad un sistema di molla e smorzatore che attenua le oscillazioni della massa stessa. L’ampiezza del movimento della massa viene registrata su un dispositivo di registrazione, solitamente un registratore digitale o un computer.

I sismometri possono essere installati in superficie o in profondità. Quelli installati in superficie sono comunemente usati per rilevare i terremoti più deboli, mentre quelli installati in profondità sono utilizzati per monitorare l’attività sismica al di sotto della superficie terrestre.

I sismometri sono solitamente utilizzati in reti sismiche, costituite da numerosi sismometri distribuiti in una determinata regione geografica. La combinazione dei dati registrati da diversi sismometri consente agli scienziati di localizzare l’epicentro e l’ipocentro di un terremoto, di determinare la sua magnitudo e di studiarne le caratteristiche.

Inoltre, esistono anche altri strumenti utilizzati per lo studio dei terremoti, come i GPS, le reti di inclinometri e di deformometri, i laser scanner e le immagini satellitari. Questi strumenti permettono di monitorare il movimento delle placche tettoniche e di studiare i cambiamenti nella superficie terrestre causati dai terremoti.

Curiosità sui terremoti

Ecco alcune curiosità interessanti sui terremoti:

  1. Scala Richter: La magnitudo dei terremoti viene spesso misurata utilizzando la Scala Richter, che assegna un numero al terremoto in base alla sua forza. I terremoti con un punteggio più alto sulla scala sono più potenti. Un terremoto di magnitudo 2.0 è molto più debole di uno di magnitudo 7.0.
  2. Il terremoto più potente registrato: Il terremoto più potente mai registrato si è verificato in Cile nel 1960 e ha raggiunto una magnitudo di 9,5 sulla scala Richter. È stato così forte che ha causato tsunami che hanno colpito coste lontane.
  3. Terremoti sotto l’acqua: La maggior parte dei terremoti avviene sotto l’acqua, nei fondali oceanici. Questi terremoti sottomarini possono provocare tsunami, onde giganti che si muovono molto velocemente attraverso l’oceano.
  4. Il terremoto di San Francisco: Nel 1906, un terremoto distruttivo colpì San Francisco, in California. Fu uno dei primi terremoti a essere registrato con fotografie e film. Questo terremoto portò anche all’incendio di gran parte della città.
  5. Terremoti e vulcani: I terremoti sono spesso associati a vulcani. Quando un vulcano erutta, può causare scosse sismiche. In effetti, i sismologi spesso monitorano l’attività sismica vicino ai vulcani per prevedere le eruzioni.
  6. I terremoti possono essere previsti?: Al momento, non esiste un modo preciso per prevedere con certezza quando e dove si verificherà un terremoto. Gli scienziati possono solo identificare le zone ad alto rischio sismico e monitorare l’attività sismica per raccogliere dati.
  7. Terremoti in tutto il mondo: I terremoti si verificano in tutto il mondo, anche in luoghi che non ti aspetteresti. Ad esempio, sono stati registrati terremoti in Alaska, Giappone, Italia e perfino nel mezzo degli Stati Uniti!
  8. Terremoti lunari: Anche la Luna ha terremoti! Sono chiamati “lunamoti” e sono causati dalla contrazione della Luna mentre si raffredda.
  9. Terremoti artificiali: In alcuni casi, gli esseri umani possono causare terremoti involontariamente. Le attività come l’estrazione di petrolio e gas o il riempimento di grandi dighe possono causare movimenti sotterranei che provocano terremoti.
  10. Sismografi spaziali: Gli scienziati stanno ora utilizzando satelliti per misurare i cambiamenti nella superficie terrestre causati dai terremoti. Questa tecnologia aiuta a monitorare meglio l’attività sismica in tutto il mondo.

I terremoti sono eventi naturali affascinanti che hanno un impatto significativo sulla terra e sulle vite delle persone. La scienza continua a studiarli per aiutare a prevedere e mitigare i danni che possono causare.

Conclusione

In conclusione, la ricerca sui terremoti è un campo scientifico multidisciplinare di grande importanza per la comprensione della dinamica della Terra e per la prevenzione dei rischi sismici. Gli scienziati utilizzano una vasta gamma di strumenti e tecniche per studiare i terremoti e acquisire una conoscenza approfondita della sismologia, della struttura interna della Terra e dei movimenti delle placche tettoniche. Queste conoscenze consentono di prevedere la probabilità di terremoti futuri e di sviluppare strategie per mitigarne gli effetti distruttivi, come la progettazione di edifici e infrastrutture resistenti ai terremoti e le strategie di evacuazione e di gestione delle emergenze. La ricerca sui terremoti ha quindi un impatto diretto sulla sicurezza e sul benessere delle persone, fornendo gli strumenti necessari per prevenire o mitigare i danni causati dai terremoti.

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